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Ciro Battiloro – Sanita’

Ciro Battiloro è nato a Torre del Greco(Na) nel 1984.Dopo aver studiato filosofia presso l’Università “Federico II” di Napoli si dedica pienamente alla fotografia.
Per lungo tempo ha fotografato viaggiando all’estero: Africa (Senegal e Marocco), Iran, Macedonia, Turchia e Romania.
Negli ultimi anni la sua ricerca si è concentrata sul meridione d’ Italia, in particolare su alcuni quartieri (Rione Sanità a Napoli, Santa Lucia a Cosenza) che, in seguito a sviluppi storici e politiche edilizie, hanno subito un processo di ghettizzazione. Il suo lavoro è un’analisi complessiva sull’essere umano e su come le relazioni, vissute in contesti di disagio e abbandono sociale, possano rivelare la loro vera natura e dare vita a una bellezza inaspettata. Il suo è un approccio molto intimo ed attraverso il racconto della vita di tutti i giorni discute di tematiche sociali più ampie.
Nel 2015 ha preso parte alla 2a edizione di LAB, Laboratorio Irregolare creato da Antonio Biasiucci.
Con “Sanità” ha vinto il secondo premio di Porfolio Italia 2017 – Grand Prix Hasselblad.
Le sue opere sono state pubblicate su diverse riviste quali l’Espresso,P3,Doc magazine,Gup.. ed esposte in diversi musei /gallerie.

Sanità

Immagini e testo Ciro Battiloro

“C’era dolore in tanta caotica bellezza?C’era eccome!
Il dolore della fatica e dell’indigenza. Ma era un dolore che,lungi dal menomare quella bellezza,la esaltava fino allo struggimento.”  Ermanno Rea, Nostalgia

Il “Rione Sanità” è stato costruito nel XVI secolo, in una cava utilizzata come luogo di sepoltura durante il periodo greco-romano. Il forte legame tra gli abitanti e la morte è una delle caratteristiche distintive del quartiere, come testimoniato dai tanti luoghi di culto. Il Rione, nato come luogo di residenza per famiglie nobili, è diventato uno dei più poveri di Napoli. La pauperizzazione del “Rione” è stata causata dalla costruzione del “Ponte Sanità” (in seguito denominato “Ponte Maddalena Cerasuolo”). Il ponte, costruito tra il 1806 e il 1809, serviva a collegare il Palazzo Reale di Capodimonte al resto della città. Da un lato esso ha escluso il quartiere dalla vita della città, creando una sorta di ghetto nel suo cuore, dall’altro, ha permesso al quartiere di conservare la sua identità. Diversi sono i problemi sociali che attanagliano il Rione tra questi la disoccupazione, la mancanza di scuole e infrastrutture, le lotte di camorra. Nonostante ciò Il Rione accoglie una vasta umanità con origini geografiche diverse e diverse storie personali. Il mio progetto mette al centro la vita nella sua piega intima e dolce. I tratti in bianco e nero di un’umanità perennemente dolente escono dall’ombra del tufo mostrando quelle relazioni intense d’amore, spiazzanti, dolcissime, tra l’occhio e il soggetto, tessendo un legame profondo con la vita e la morte. Le mie immagini vogliono essere una carezza che non indulge, essenziale e partecipe, incisiva nel restituire la parte migliore di quella carne che può essere anche bestiale. L’amore talvolta riesce nel miracolo di trasformare la disperazione in bellezza. Il Silenzio è un dono raro per questi vicoli, ma nella sua rivelazione riscopri l’anima nuda e immensa di un’umanità dimenticata.

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