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Francesco Faraci

Francesco Faraci nasce a Palermo, in Sicilia, nel 1983. Dopo studi in Sociologia e antropologia scopre la fotografia come principale mezzo di espressione e inizia a girare l’isola, in lungo e in largo, alla ricerca di storie da raccontare.
Ha pubblicato con “The Guardian”, “Time Magazine”, “The Globe and Mail”, “La Repubblica”, “L’Espresso”, “Le Monde”, “Libération”, VICE.


Dopo tre anni di lavoro pubblica nel 2016 il suo primo libro “Malacarne-Kids come first”, A cura di Benedetta Donato e edito da Crowdbooks, un viaggio di tre anni dentro le estreme periferie della città viste attraverso i bambini. Riceve il secondo premio nella sezione libri fotografici al PX3 di Parigi e al MIFA di Mosca.


Nel 2017 pubblica il suo primo romanzo “Nella pelle sbagliata” edito da Leima Edizioni. pubblicazione, e tiene workshop in giro per l’Italia, collaborando con varie realtà. Nel 2019 parte in tour con Jovanotti e con il suo “Jova Beach Tour” per un libro sul viaggio in Italia a partire dai concerti dal titolo “Jova Beach Party: Cronache da una nuova era” pubblicato da Rizzoli.


Nel 2020 il suo progetto “Atlante Umano Siciliano” diventa un libro edito da EMUSE. 
 

Atlante umano siciliano

Atlante Umano Siciliano: una frase di tre parole, ognuna delle quali con un significato preciso, per raccontare 20.000 chilometri percorsi a piedi e con ogni mezzo possibile sulle strade meno battute della Sicilia a formare una mappa di un mondo troppo spesso fermo e troppo spesso, forse, vittima di se stesso, del proprio complesso di essere isola, colpevole, per dirla con Leonardo Sciascia “ di non credere nella forza delle idee”. 20.000 chilometri di terra di confine, selvaggia, nera, fatta di paesi ormai in stato d’abbandono, di strade che non portano da nessuna parte e poi il mare, da cui si va, ma da cui arrivano, con i barconi, i migranti in cerca di un sogno diverso dal futuro a loro prospettato. Il Mediterraneo, dunque, con la sua poesia e le sue storture. Un pugno di fotografie che interrogano per primo l’autore, fotografie quotidiane, misteriche, a cui però non ha una risposta se nel viaggio in sé, fatto di odori e sensazioni, di incontri e di esperienze che si fanno, in ultimo, memoria.
Francesco Faraci