Il racconto di Light’s memory su Milano di Francesco si muove tra fantasie, narrazioni, regole (da trasgredire) e invenzioni. È una rimessa in gioco e in discussione dello spazio e del tempo.
Si allontana da ogni sorta di esotismo o qualsiasi mossa aneddotica di descrizione, per mettere in discussione il tempo e persino la morte, con una libertà concessa da una distanza dal contesto (o panorama a volte) – di cui rinnova ogni volta l’uso – a quadrati o rettangoli. In bianco e nero, sì, o a colori, con ogni rischio che lo porta ad esplorare un’illuminazione impossibile, permette alle fotografie di creare visioni enigmatiche e incinte.
Francesco Tadini dimostra di avere una mente con la giusta svolta per riuscire a capire come attraversare le dimensioni … della fantasia, della realtà, del tempo, dello spazio, della luce.