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Fausto Giaccone

Roberto Strano

Roberto Strano, Fotografo professionista, vive e lavora a Caltagirone, spostandosi in Italia e all’estero.Si dedica alla fotografia di reportage con particolare attenzione alla fotografia sociale. E’ docente in diversi corsi di fotografiadall’ Italia alla Francia agli Stati Uniti D’America.E’ esposto alla Permanente Museo di Modena Franco Fontana fra i più accreditati autori internazionali.Dagli anni ’90 ha svolto un’intensa attività di ricerca per la quale ha ottenuto diversi riconoscimenti anche internazionali. Nel ’02 vince il concorso di fotografia “Premio Canon Giovani Fotografi“. Principali mostre: Italia, Spagna, Germania, Romania,  Brasile , Arabia Saudita, Singapore.

Ultime esposizioni

2019 Espone Al Centro Internazionale di Fotografia di Letizia Battaglia, “ Strade senza ritorno” Palermo

2019 Museo Palazzo Merulana Roma “ Sicilians” Fotografi Siciliani sparsi nel mondo

2019 personale di Ferdinando Scianna e personale di Roberto Strano, Cappella neogotica Caltagirone

Dal 13 Aprile al 28 Aprile del 2012  cura un workshop di reportage all’università di Fortaleza ed effettua un reportage contro il turismo sessuale in Brasile lavorando per quasi due anni in vari periodi dell’anno nelle favelas di Sao Paolo, Fortaleza e Sao Bernardo do Campo. Il reportage realizzato è stato presentato contro il turismo sessuale in Brasile in occasione dei mondiali di calcio del2014Le sue opere appartengono a diversi collezionisti privati e musei, inoltre, alcune testate giornalistiche ed importanti ditte attingono foto dal suo archivio personale. Principali Pubblicazioni: Der Spiegel, Zoom, Photo, Summa, Avvenire, Nuovo Fotonotiziario, I Love Sicilia, Marsilio editore, Gente di Fotografia, Arte, Elegance, Fotoit, Foto Reflex, Bianca Magazine, etc. Nel gennaio 2007 pubblica il libro “Guardami Dentro” con le prefazioni di Ferdinando Scianna e Pippo Pappalardo (Polyorama Edizioni). Gennaio 2019 Pubblica il libro Strade senza Ritornocon i testi dello scrittore Mimmo Seminerio, Pippo Pappalardo, e Pietro Collini.Nel 2019 Pubblica il libro Compagni di Viaggi “ fotografi siciliani sparsi nel mondo” Prefazione di Gaetano Savatteri PostCart edizioni

Compagni di Viaggio

Un fotografo con la F maiuscola

Nelle situazioni più concitate guerre, proteste, manifestazioni, avere la prontezza di scattare una fotografia degna di questo nome è un talento riservato a pochi. Quelli che ce la fanno entrano a pieno diritto nell’Olimpo dei Fotografi, sì, quelli con la “F” maiuscola. In questa categoria rientra sicuramente Roberto Strano E'un grande protagonista del nostro tempo, abile a cogliere l’intensità di un attimo, senza troppi orpelli, senza alcuna retorica.Nelle sue mani la macchina fotografica diventa un veicolo privilegiato per raccontare delle storie, soprattutto quelle di chi non viene più ascoltato. I manifestanti, gli emarginati, i dimenticati – tutte persone che, in un modo o nell’altro, la vita ha messo a tacere. A tutti loro la fotografia restituisce dignità. Regala un volto. A volte, dona perfino la parola. Attraverso i suoi scatti, invece, abbiamo avuto la possibilità di vedere occhi che parlano, sguardi che s’incrociano, bocche che si muovono, pronte a dire la loro verità. Roberto, come è solito fare nei suoi grandi reportage dal Brasile, nelle Favelas più pericolose al mondo, agli attentati a Tunisi, agli anziani, agli incidenti stradali, non regala nulla alle mode attuali di un’eccessiva estetizzazione del dolore, ma al contrario con molta delicatezza, dandoci un pugno nello stomaco, scuotendoci per farci conoscere un dramma. Severo,rigoroso, con un umiltà fuori dal comune le sue foto ricordano il grande fotografo americano Weegee con uno stile proprio, unico.Stampe di altissimo livello, i toni del suo bianco e nero, secchi e senza indugiare in sofismi tecnici, penetrano profondamente nel nostro animo e ci regalano significative suggestioni interiori.I reportage di Strano rientrano sicuramente nella categoria dei grandi reportage sociali e denotano sempre una grande attenzione dell’autore per il rispetto e la profonda considerazione verso i suoi soggetti.Volendo entrare nel paragone con i grandi maestri, sicuramente il suo sentire la fotografia lo avvicina molto a Salgado, dal quale riprende la profonda umanità e, in parte, la tecnica di ripresa.Nel suo modo di fare reportage, si avverte anche una preparazione non comune, uno studio delle realtà in cui si cala e dalla quale attinge immagini dal vigore eccezionale, che sa trasmettere direttamente al nostro cuore, sempre in punta di piedi e senza mai ferirci.
Pietro Collini

Un viaggio dentro la propria passione

Una trentina di anni fa il mio angelo paterno Leonardo Sciascia individuava le ragioni, complesse e contraddittorie, che hanno provocato in Sicilia una straordinaria fioritura di grandi scrittori in una potente passione per il racconto della realtà, della vita, della storia. Il realismo letterario di cui parlava Sciascia non era banale. Una ossessione per la realtà che poteva sfociare nella fantasia, nella su-realtà. E Leonardo aveva già notato che su questa linea, per esempio, si muovevano anche alcuni fotografi siciliani. Ne presi spunto per immaginare e con facilità profetizzare che c’era da aspettarsi una fioritura della fotografia in Sicilia. Non si può negare che questa fioritura, ricca e importante, ci sia stata. Diversa, naturalmente, da quella letteraria, e peculiare. Essere siciliani e andare via è stato per moltissimo tempo quasi un sinonimo. Molti fotografi siciliani sono andati via, e li ritroviamo in giro per il mondo. Ma andare via, per un siciliano, è una faccenda complicata. Nessuno tra quelli che vanno via riesce veramente a smettere, in un modo o in un altro, di essere siciliano. E nessuno tra quelli che sono rimasti ha potuto evitare un’esperienza cosmopolita. Soltanto chi ha un villaggio nella memoria , ha detto Ernesto De Martino, può vivere un’esperienza cosmopolita. Ancora meno uno che fa fotografie, linguaggio cosmopolita per eccellenza della modernità La cosa straordinaria, che ho verificato più volte, è che l’inestirpabilità, che non sempre è positiva, di un certo modo di essere siciliano la si ritrova anche in quelli che sono nipoti e pronipoti dei loro nonni e bisnonni che sono stati costretti a partire. Basta citarne uno solo, grande regista, che ha comunque a che fare con le immagini: Martin Scorsese. Ho quasi voglia di fare un’affermazione orgogliosa, forse persino arrogante. Su quale altra regione italiana si sarebbe potuto fare un libro come questo di Roberto Strano, che racconta venti fotografi siciliani, dell’isola e della diaspora? E lui steso ci avverte che non è nemmeno, né poteva esserlo, esaustivo. Ma che cosa significa questo libro? In che cosa consiste la sua legittimità e importanza? A me pare che due sono le molle che hanno spinto Roberto a concepire e realizzare un progetto così singolare e emozionante. Tanto per incominciare l’amore divorante per la fotografia. E la fotografia, lo sappiamo, è i fotografi. Un viaggio dentro la propria passione attraverso gli incontri. Un viaggio da fotografo. Un viaggio che racconta storie e persone con fotografie di prim’ordine. Non un semplice repertorio: un racconto. Un racconto di scoperta e di amicizia, un’iniziazione di appartenenza. Ed è questa l’altra molla chiave del libro. Questo libro è una presa di coscienza culturale, la scoperta di una tradizione variegata e tuttavia unitaria che esiste e ci spiega, ci giustifica. Che spiega e giustifica Strano e noi tutti che figli di quel mondo facciamo i fotografi. Alla quale possiamo riferirci. Naturalmente, la maggior parte dei fotografi che incontriamo in questo libro li conoscevo. Ma altri, certo per mia ignoranza, mi erano sconosciuti. Ed è stata una emozione conoscerli e scoprirli. Fotografi spesso assai dissimili tra di loro e che appartengono a vicende storiche e personali apparentemente non facilmente riconducibili a un comune denominatore. Eppure, guardate le immagini, guardate i loro ritratti, leggete i loro racconti: che abbiano fotografato in Sicilia o altrove in tutti si respira un’aria comune, un’aria di famiglia. La fotografia siciliana esiste. Ed è, probabilmente, tra le più internazionali nella vicenda della fotografia italiana.
Ferdinando Scianna