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Michele Di Donato

Michele Di Donato è nato in Puglia nel 1968. Laureato in economia e marketing si dedica alla fotografia sin da piccolo studiandola e approfondendola in numerosi corsi e master. La sua passione per la fotografia lo porta ad intraprendere la strada dell’insegnamento e attualmente svolge regolarmente workshop, in diversi contesti formativi, sulla narrazione fotografica, sulla percezione visiva e sulla composizione fotografica. Lettore di portfolio in numerose rassegne di fotografia, dal 2018 entra a far parte del progetto ISP Italian Street Photography, per il quale svolge experience formative di Street Photography in qualità di mentore; sempre nel 2018 è selezionato dall’archivio S.A.C.S. del Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea – Museo Riso di Palermo. Michele ha ricevuto apprezzamenti a livello nazionale e internazionale fra i quali il MIFA 2015, 2016, 2020 in RUSSIA, il 6th China International Digital Photography Art Exhibition 2017 in CINA, il TIFA 2017 in GIAPPONE  e il SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARD 2017 nel quale ha conseguito l’onoreficenza di “Commended as Top 50 in the World” nella categoria Architecture. Le sue immagini sono state pubblicate su molti magazines (Interni, Foto CULT, Cities, Die Angst Munich, L’Oeil de la Photographie , F-STOP Magazine, Spectrum, Gente di Fotografia, Edge of Humanity Magazine), fanno parte di molte COLLEZIONI PUBBLICHE E PRIVATE e sono state esposte in numerose MOSTRE personali e collettive in tutto il mondo. Collabora con diverse aziende come marketing manager e product and advertising photographer, come Air Dolomiti, Banca Mediolanum, BNP Paribas-Italia, SNDesign Italia, ArtLINK Luxury Cruise Ship.

Human Surfaces

Composto da fotografie appartenenti a tre progetti diversi – Lost in the K-Hole, Doppelgänger e Maelström – Human Surfaces è un diario visivo interpretativo che mette in luce, in modo originale, un’iconografia di varie e potenziali diversità individuali (l’alter ego, l’attore, il visionario) protagoniste di scene immaginarie ma non per questo meno obiettive. Di Donato si muove in un territorio non solo di osservazione ma di costruzione dell’immagine, a sancire che la fotografia, come tutte le forme visuali autoriali, è un’emanazione che contiene il suo artefice. Tessendo le fila delle sue visioni l’autore crea intersezioni, riconoscimenti, trasformazioni, vere e proprie descrizioni dense di ciò che immagina e ritrae, svelando le relazioni di senso affidate alle immagini e all’immaginario. Le sue Human Surfaces sono delle trasfigurazioni, metafore visive di esperienze interiori stagliate in uno spazio/vuoto esistenziale dove l’urlo angoscioso, la dissociazione e la proliferazione performativa si coniugano con il fascino della fotografia concettuale e creativa in uno stile surreale e brutale. L’installazione è composta da ventinove scatti. Venti immagini rettangolari riflettono il divenire di metamorfosi fisiche, caricature deformate e spesso accentuate da sublimazioni, ombre, sdoppiamenti a suggerire altre identità e condizioni personali. Nove fotografie quadrate compongono a loro volta un quadro di maschere sanguigne affioranti da un pozzo corvino dal quale ci si sente calamitati a toccare con mano proprio le profondità degli aspetti umani. Human Surfaces è un inabissamento che invita lo spettatore a sentire sinesteticamente i toni del dissolvimento del corpo in più superfici umane dove viaggiano le intensità della vita, in bilico tra il vuoto e l’alterità.
Fabiola Di Maggio
(Estratto dal testo del catalogo Human Surfaces)