Mario Cresci

Edizione 2008

Dagli anni Sessanta in poi Mario Cresci (Chiavari 1942) è l’artista italiano che segna con il suo lavoro lo sviluppo di un linguaggio sperimentale innovativo nell’ambito della fotografia. La sua ricerca si è sempre rivolta a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo usando il mezzo fotografico come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale.

Il suo complesso lavoro è radicato negli studi multidisciplinari iniziati al Corso Superiore di Disegno Industriale di Venezia (1963-66) ed è caratterizzato, quando si trasferisce a Roma nel ’68, dall’ incontro con i principali protagonisti dell’Arte Povera.

Nel 1970 viene invitato alla sua prima Biennale d’Arte di Venezia e in seguito anche nel ‘78, ’93 e ’95.

Negli anni Settanta si stabilisce a Matera dove ibrida lo studio del linguaggio fotografico e la cultura del progetto con l’interesse per l’antropologia culturale, realizzando opere ed eventi per lo sviluppo della fotografia in Italia. Pubblica “Matera, immagini e documenti” (Ed. Meta, 1975), un libro che oggi può essere visto come il primo lavoro fotografico sulla cultura antropologica urbana del Mezzogiorno.

Nei primi anni ‘80 partecipa alla rivalutazione di senso del paesaggio attraverso il progetto di Luigi Ghirri, Viaggio in Italia, in mostra in seguito alla Pinacoteca Provinciale di Bari nel 1984.

Il progetto sperimentale del laboratorio-scuola di formazione artistica tra arte, multimedia e design, ideato per la Regione Basilicata – che sfocia nel libro-strumento “Misurazioni. Fotografia e territorio” (Edizioni Meta 1979, ristampa Yard Press 2021) – lo avvicina sempre più all’insegnamento che, dalla fine degli anni Settanta in poi, diviene parte integrante del suo lavoro d’autore. Ha diretto l’Accademia di Belle Arti G. Carrara dal 1991 al 1999, continuando a svolgere attività di workshop in tutta Italia. Ha insegnato nelle principali università italiane e per diversi anni è stato visiting professor all’École d’Arts Appliqués di Vevey (Svizzera). Attualmente è docente all’Università ISIA di Urbino.

Nel 2019 ha pubblicato “Segni migranti. Storie di grafica e fotografia” (PostCart 2019), un compendio della sua ricerca e premiato come Livre Historique ai Les Rencontres de la photographie 2020 di Arles. Nel 2022 per Mimesis Edizioni pubblica “Matrici”. L’incertezza del vero”, dove sperimenta la coesistenza tra scrittura e immagine.

Dal 1974 alcune sue fotografie presentate da Carlo Arturo Quintavalle fanno parte della collezione del MoMa di New York. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche dei principali musei, istituti e centri di ricerca italiani.Vive e lavora a Bergamo.