LEONELLO BERTOLUCCI
Nato in Liguria e approdato a Milano negli anni ottanta, ha intrapreso la strada del reportage fotografico lavorando per alcune testate e agenzie italiane; in seguito hanno avuto inizio collaborazioni internazionali tra cui quella con l’agenzia Sygma di Parigi. Sue foto sono apparse su testate quali Time, Newsweek, Stern, Paris-Match, Epoca, ecc. Attualmente è fotografo contributor per l’agenzia Getty Images.
Vengono pubblicati anche suoi libri d’immagini e allestite sue mostre. È consulente in campo editoriale e multimediale, ed è chiamato a ricoprire il ruolo di photo editor in redazioni di giornali; ha scritto il primo libro in Italia sull’argomento, col titolo “Professione Photo Editor” (Gremese Editore), e recentemente un secondo, “Il photo editing. Scegliere le immagini nel racconto fotografico” (Emuse Ed.).
È docente all’Istituto Italiano di Fotografia (Milano), a Bottega Immagine (Milano), a Foto Scuola Lecce (Lecce) e ha insegnato al Master in Giornalismo dell’Università di Bologna; tiene inoltre corsi, workshop e letture portfolio in giro per l’Italia.
Della sua attività si sono occupate riviste di fotografia come Fotopratica, Il Fotografo, Nuova Fotografia, Photo, Fotographia, Techno Photo, Fotoit, Gente di Fotografia.
Gli piace giocare, e nelle edizioni del Pulcinoelefante le sue fotografie giocano con testi, tra gli altri, di Alda Merini, Tonino Guerra, Enzo Sellerio. Ha inoltre pubblicato un libro di aforismi sulla fotografia dal titolo “55 fotograforismi” (Postcart Edizioni).
È iscritto all’Ordine dei Giornalisti e scrive di fotografia sulla rivista Il Fotografo e nel suo blog su Il Fatto Quotidiano.
www.leonellobertolucci.it
Bolli sul filo, come tutti, più di tutti
E poi, ancora una volta, una volta di più, mi sono infilato nella vita di qualcun altro. Questo fanno e amano fare i fotografi, o almeno quei fotografi che non mettono se stessi al centro ma preferiscono raccontare storie, le storie degli altri, appunto. Questa volta però, con Bolli, non è stata come le altre: diversa l’intensità, diversa la poesia, diversa sul piano dell’empatia e del coinvolgimento.
Una bella storia di belle persone. Bolli ha una grande passione per il circo. In particolare stravede per i funamboli, capaci di unire leggerezza, abilità ed eleganza.
Marina, sua mamma, gli ha regalato un sogno; attorno a lui ha costruito un circo, un vero circo,
con uno splendido chapiteau rosa, con gli spettacoli, col pubblico. È il Bolli Circus, dove tutto ruota attorno a lui, e dove la sua sindrome di Down non rappresenta un problema.
Le valanghe si autoalimentano e crescono, anche le valanghe di affetti; e così, attorno al Bolli Circus, si è andata aggregando una nuova grande famiglia, fatta di amici, di collaboratori e di artisti circensi provenienti da varie nazioni europee; vengono con i loro numeri e partecipano allo spettacolo, qualcuno poi si trattiene più a lungo per allenare Bolli e farlo progredire nelle sue capacità. Bolli è al centro di tutto e di tutti. Bolli, dolcemente ostinato, simpaticamente spavaldo. Oltre alla sua esibizione sul filo, durante lo spettacolo canta, aiuta gli altri e partecipa a vari numeri.
Strada facendo il Bolli Circus (situato a Sarzana) ha generato anche la Fondazione Devlata, che coinvolge le scuole del territorio, organizza corsi legati alle arti circensi e fa opera di sensibilizzazione.
Nell’arco di tempo racchiuso in queste fotografie ho visto Bolli radere la sua prima “barba”, l’ho visto affrontare per la prima volta il filo alto, suo obiettivo da sempre, suo incubo, sua sfida personale. L’ho visto acquisire sicurezza e disinvoltura nell’affrontare gli esercizi e il pubblico.
Bolli intanto cresce, e al Bolli Circus cresce insieme a lui la sua sicurezza, la sua autostima, la sua consapevolezza corporea e psicologica, la sua visione di una prospettiva ricca di nuovi traguardi da raggiungere, come tutti gli esseri umani costantemente in equilibrio sul filo.
Leonello Bertolucci